Senza titolo 172

Stroppio. Meglio che mi sbrighi a dar fondo al materiale scalpitante ché poi dal 30 sarò pienamente assorbito dalla Mostra: le indiescrezioni parlano di due pellicole quotidiane da visionare e due conferenze stampa al giorno da seguire e riportare…

How Does It Feels (To Be Loved?) non è soltanto una grandiosa serata indiepop, forse la più amabilmente twee del pianeta, con le comparsate ai piatti di Stuart M e playlist come filologia comanda, ma si è fatta anche etichetta, latrice di un progetto conseguente: l’indiepop da club. In pratica, le scalette di Losing My Badge… Fra le diciannove tracce dell’ottima "The kids at the club", accanto ai noti Saturday Looks Good To Me e Tender Trap, ai polaroidiani I’m From Barcelona e Irene di recente acclamazione (come SKWBN), e a quei Voxtrot di cui diffusi per tempo la perfetta "Raised by wolves", spiccano nomi nuovi come "Noyfriend" delle Shimura Curves (autodefinitisi ‘laptop pop’ nel myspace) e "The first world record" dei Pocketbooks.

Fra le uscite più rimarchevoli della prima metà anno non avevo parlato diffusamente di Manyfingers, ovvero Chris Cole che negli anni 90 si dava da fare nella Bristol più sotterranea (Movietone, Flying Saucer Attack, Third Eye Foundation, Amp) e che la scorsa stagione musicale ricomparve in tour con Matt Elliott. Proprio a quest’altro glorioso esponente di quel periodo (disco dell’anno scorso per il sottoscritto) si accosta Tantedita nel disco "Our Worn Shadow", affiancando quella dolente cerebralità ai colpi da schermo della Cinematic Orchestra (in "Some shield…") e al malessere etnolocale di Yann Tiersen, dentro "No opera" e non solo. Se tanto mi dà tanto, il prodotto d’influenze dei primi due dischi dello scorso anno significherà ancora classifica…

Carpacho – "Regole per un cervello difettoso"
Ad essere onesti non saprei che cosa dire
Non sei molto diverso, l’aspetto non può mentire
Forse hai perso la testa, ma se hai perso la testa
Non hai perso niente

Non lo senti un pezzo che manca, è questione di statura
Se ti perdi la testa, ti perdi la testa ma non cambia niente
Può bastare un giorno in vacanza per sentirsi di morire
Se ti perdi la testa, ti perdi la testa e non perdi niente

La prima regola è: se ti senti stronzo lo sei
Seconda regola: evita il mistico
Ci sarà un momento per rincorrere le religioni e lo supererai

La terza regola è: tu puoi dire quello che vuoi
La quarta regola: parla poco in pubblico
Ci sarà un momento per confonderti agli idioti e forse lo rimpiangerai

Ad essere onesti io saprei che cosa dire
Non hai mai avuto testa, e se avevi una testa non serviva a niente

(stai a vedere che Catani ha scritto uno dei testi italiani più belli dell’anno)

In Italia non sarebbe possibile. Chiamare un gruppo ‘Prodi’ o ‘Berlusca’… ma President Chirac sì, anzi oui!


Atmosfera. Vedi anche alla voce ‘ambient’: Solo Andata è banchisa e lontananze, dall’album Fyris Swan questa è "A ballet of hands". Inutile, a me l’estate non va giù…

Pop svedese. Coast-Is-Clear, Der Indiepop Blog spinge questi Swedish Polarbears, nè più nè meno che imprescindibili per tutt* gli/le addicted -e sappiamo di essere tant*… Le coordinate le solite, chitarre e sole pallido, ottimismo pure troppo per i miei gusti ma tanta spontaneità.

Loro stessi suggeriscono anche i (naturalmente connazionali, anzi concittadini) Moa, che sfoggiano una frontwoman davvero mozzafiato…

Electrock club. Istruzioni: a) leggere con commozione il report di Maxcar dal live portoghese dei Daft Punk

b) precipitarsi alla playlist -in parte scaricabile- della serata tedesca Blisspop ("stop playing your own agenda, we pay to hear requests": se qualcun* me lo viene a dire, l* ammazzo)

c) saccheggiare i remix once indie dentro Palms Out Sounds

d) sentire un po’ come sono ‘sti (The) Presets, che spilorcissimi non fanno scaricare niente manco dal myspace, ma esiste slsk, oh se esiste

Lounge, o come dicevan tutti ‘cocktail’. E venne Chris Joss, che linka Concorde Music Club (che remixes!!), che ritocca Gamine, e anche i Pinkertones ("The Million Colours Revolution", alla faccia dei dark), per non parlare di "Enrico Experience"(!)… finché non si riscoprono i Pram, di cui I’M Sorry For This dice: "se gli Stereolab sono il bere e i Broadcast la marijuana, i Pram sono l’LSD"…

Italia. Simpatica iniziativa quella della microlabel ravennate Palustre, far uscire in contemporanea tre album rustici e grezzi di cantautorato indiefolk, e dar loro patronimici d’uccello come Aldo Becca, Andrea Lepri e Matteo Allodoli

Marinaio Gaio promette.

Non hanno soverchio bisogno di parole a Silence Is Sexy.

Nathalie sta spopolando nei concorsi, a Roma e fuori: italo-belga, si inserisce nel novero delle cantautrici internazionali.

Etichette intere. Something like Stolen Recordings, or Les Diks Qui Sautent (netlabel, notevole il folk giocattolo di Top Montagne, che poteva essere solo francese), or Difficult Fun.

Le next big things (o ‘nesquik big jim’, cit.) secondo l’autorevole Songs:Illinois.
Poppy pop. Sunny Days Sets Fire, Super700 e la playlist del club Listening In, tedesco di Kiel


Lumaca vuota. Un’infantile raccolta di disegni minimaelstronica su Un Escargot Vide.
ANTIFOLK. Non rispondo dei bugs che questo sito di musica e controcultura dell’appartamento può procurare.
Disarm. Ma se non si va per disarmare gli esbollà, cosa si va a fare? a morire e basta?
Cittadinanza. Per ius soli, a tutti i nati qua da immigrati specie islamici, anche contro la volontà dei genitori. Così sono sottratti alle leggi (barbare e spesso religiose) dei paesi d’origine, che fra l’altro non hanno mai conosciuto.


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