Senza titolo 97

De nuevo wired. La gmail torna a funzionare dopo cinque giorni. Pronuba di questo nuovo idillio -si spera indissolubile- fra me e la posta dei giga, a timely young woman from Ragusan area, che ha saputo scovare nelle pieghe degli help e dei "?" un modulo da mandare all’assistenza google. Insperatamente, ieri i tizi hanno risposto, e stamane mi sono trovato la lieta sorpresa. Grazie, giovane caciocavalla! A buon rendere!

Ocean Songs. Sono stato contattato -tramite il mio agente dentro la radio– da una preparata e simpatica laureanda in Psicologia, per fornirle materiale utile alla sua tesi su "Il sentimento oceanico e l’indie rock". Giuro che è la prima volta che ho nozione dell’espressione in questione, e i feedback provenienti dai motori di ricerca sono abbastanza fuorvianti. Dovrebbe essere un’esperienza relativa al feto, invece nei siti si fa parola di rapporto con eventi naturali quali il mare in burrasca, la foresta, eccetera. Viene facile, a questo punto, a me e alla mia interlocutrice, pensare ai Sigur Ròs, ai Mogwai, agli Hammock (usciti da poco con un ep, fra l’altro) e a tutto il mondo dream/postrock anche con parallele elettroniche. Più che proposte di ascolto o filologie a ricomporre l’uno dal molteplice, urgerebbero concetti, relazioni, discendenze, conseguenze. Chiunque dei lettori abbia idee scientifiche sul fenomeno del ‘sentimento oceanico’ e di come esso può avere origine dalla musica indie, magari si faccia viv* tramite il form qua a destra. Grazie.

(Something like a phenomenon.)
"I like indie labels, but indie labels don’t like me!
I like indie labels, but indie labels don’t like me!
I like indie labels, but indie labels don’t like me!
I like indie labels, but indie labels don’t like me!
I don’t want to stress you up, but my first record’s coming out!
I don’t want to stress you up, but my first record will come out!
I don’t want to stress you up, but my first record’s coming out!
I don’t want to stress you up, but my first record’s coming out!"

(‘Indie labels‘, da "Six musicians getting unknown", di Father Murphy, in uscita per Madcap)

Questo pazzo è Frederico f. Zanatta.
La musica del Reverendo Murphy è stata carsicamente intesa finora come un segreto assai ben riposto, quasi saltuario, se inserita nella cospicua e visibile opera globale del suo Autore verso il procedere generale dell’etichetta, della distribuzione, del booking, del carico e scarico di tavolini, dischi e video da un camioncino. Con risultati invero efficaci, merita di essere detto.
Eppure a volergli dedicare del tempo che non sia residuato da strisce ricavate fra un ascolto e l’altro, "Six musicians getting unknown" schiude svariate buone qualità, che impressionano nell’immediato.

La prima è che il piglio oratoriale si mescola con l’idea di concept project, due significati agli antipodi ma che in questo frangente si perfezionano a vicenda, anche per la mancanza di una trama leggibile, circostanza che rende fluida e naturale la percezione: tanto che volta dopo volta, il disco non apparirà mai eguale a se stesso.

E poi la definitiva presa d’atto che non occorre aver esperenziato le praterie e i sottoscala d’America per produrre in nonchalance del weird folk ubriaco e reiterato, o un post-beat psicotropo (‘It’s raining smiling tunas, dear C.Lee‘), per non dire di melodie appiccicaticce da trascinarsi inevitabilmente nella notte.
Se può darsi un punto d’unione che concilii i Midwest (‘Police‘) con certi Jennifer Gentle, una brass band sgangherata e mantra slowcore –‘I was in a coma then I woke up and I asked for a milkshake’– à la Franklin Delano (presenti fra i crediti nelle persone di Paolo Iocca e Marcella Riccardi), uomini col megafono con clap clap playing the indie game (‘Heart beat‘) e funerali moonlight shadow (la curiosa ‘Millhouse‘), bene questo denominatore consta di Freddie, Chiara Lee e il vicario Vittorio DeMarin (anch’egli alle viste col rientro discografico a breve). Tre musicisti getting a bit more known, se una stella scenderà sulla Terra. Sempre, beninteso, in-e-per un ambiente che abbia gli skills di passione e autoronia indispensabili a digerire una coda di dieci minuti di scorie soniche, e un piccolo inno come quello sopra postato… La musica dello ‘strano’ del paese, para-americano e parte no, self-made e DIY e un litro di rosso, grazie.

Le belle lettere. Il BDD (ehm…) e una caterva di m-link, prima del golpe della normalizzazione
Si aggiunge al libro di lettura (non oso dire sussi*iario), il *mattino dopo*, il brillante fighetto MaxDietnam: esplosione di Weltanschauung enverista… 🙂

LXII Venedigale. Ripeto il post dell’anno scorso: fra poco comincia la Mostra del Cinema. Avrei oltremodo piacere di incontrare chi del *lettorame* sarà a Venezia e al L(a)ido durante il periodo della rappresentazioni; offrendo possibilità di guida mei generis alla città e alla Biennale d’Arte, e il riscontro di una certa vasodilatazione da bistrot nelle analisi del sangue che sarete costrett* a farvi al ritorno.

update pallonaro serale: a Materazzi dev’essere impedito di giocare. E’ una chiavica totale: capisco un giocatore rude, ma non uno che proditoriamente a ogni incontro stende avversari con falli cattivi e inutili ai fini del gioco. Condendo il tutto con quell’espressione a cazzo di chi crede di essere in un set di un film sul Vietnam e invece è uscito da una qualche palestra (e qua emerge tutto il mio odio per le palestre). Ne parlavo proprio poco fa da Stefano, prima di vedere l’ennesima carognata al malcapitato ucraino di turno (un calcio alle ginocchia dopo che costui gli era scappato). Confermandogli che per me la squalifica a Samuel è ingiustificata, spero Settoruccio sia d’accordo con me sul loro ‘matrix’ (ma pensa te che soprannomi…). Vado a vedere I Lunedì Al Sole (Rai3), va’. Sperando che non mi faccia troppo male.

update della mattina dopo, che mi secca fare un post solo per questo ma se lo meriterebbe tutto: è tornato Pompeo. L’ingegnere più lucido del Paese. (Sicuramente più di DeBenedetti e delle sue senili alleanze pericolose). E automatico ministro alle infrastrutture e all’innovazione tecnologica del Governo Broccolone. Il suo prontuario di resistenza al dialogo coi pochi berluscoidi rimasti sarà molto utile al Chiosco Del Programma, e nei libretti di istruzioni che consegneremo ai rappresentanti di lista. Presto i normografi per scrivere BROCCOLONE nella scheda delle primarie, come li facevano girare Pomicino e Alfredo Vito -mr.105mila preferenze- nei bassi di Napoli alle elezioni ’92. Adesso Michele non fare lo stron*o 😉

Come sotto un ghiacciaio. Gli strabilianti rinvenimenti di cadaveri di soldati della seconda guerra, di fratelli di Messner, di sciatori della domenica avvenuti in questi giorni (e se fossi Matt Elliott ne farei una silenziosa ballata) infondono interesse, così come la riemersione nel web dagli anfratti della memoria ’80 di questo Gerardo Carmine Gargiulo. ‘Una gita sul Po‘. Porò,popò. (solo .wma purtroppo). Tutta la vicenda in una mirabile pagina amatoriale. Non si capisce poi perché simile chicca non trovi posto nella foto d’insieme della discoteca-tipo del giovine italico di fine 70 – inizio 80… i nostri zii, tipo. "Stimoli eccezionali" che neanche Luis Miguel (che vi saluta: Antonio, questo è per te). Chissà dov’era l’indie, all’epoca.

E a proposito di ghiacci e imprese, è morto Fogar. Condoglianze solo ad Armaduk, visto il modo in cui l’esploratore mediatico è stato lasciato solo dalla moglie e perfino dalla ‘compagna’ (eufemismo per amante) dopo la disgrazia. A proposito di Armaduk: un bel link sui cani, compresa pagina dedicata al ‘buonumore’, con la trasposizione della Legge di Murphy in chiave canina. Questo è un blog cinico cinofilo, si sa 🙂


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