Senza titolo 75

Inutili spiegazioni. Spero sia evidente che questo blog procede a periodi, a sbalzi e ondate: ogni tanto mi lancio in squisite tesi politiche faziose e terra-terra, poi viene sempre la settimana delle vibranti dispute calcistiche da bar coi rivali di fede, indi (senza la e) tramortisco con resoconti di fatti miei applicati alla bella vita (e fra poco è tempo di Biennale…), nei restanti momenti lo spazio è tutto assorbito dalla musica. Questa infatti è la temperie dei siti scrausi, dei raccoglitori, delle anteprime, in una parola: degli mp3. Gradisca.

LonoVox vs. ColdCocoRoyksopp. Devo porgere deferenti ringraziamenti all’ottimo Luigisanto subito‘ Lonox per le copiose advances recapitatemi negli ultimi giorni, fra le quali si segnalano per censo i nuovi Coldplay, Royksopp e -udite udite- le CocoRosie, con onesto anticipo sui tempi previsti anche per il più sollecito degli hacker… Le mie prime impressioni:

Coldplay, "X & Y"
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Si direbbe che siano tornati loro. Quelli dell’esordio intendo, che con Parachutes fecero pensare di aver trovato la pop band globale per gli anni a venire. Che lo si voglia o no, Chris Martin è uno dei pochi capaci di scrivere canzoni credibili di portata planetaria, e se pure dipendesse -come si sussurra- dagli umori dell’illustre consorte, ciò che questa volta è uscito è un disco alle prime compatto e non dispersivo, in cui manca una ‘Spies’ (da troppo tempo) ma si guadagna una ‘Fix you‘ da brividi e una poderosa ‘Square one’. Mi avessero detto solo mesi fa -o anche dopo i primi ascolti della quadrata ‘Speed of sound’- che mi sarei espresso così nei loro confronti, sarei trasecolato. Si sono almeno guadagnati ulteriori ascolti…

Royksopp, "The understanding".
Ho l’impressione che a fine anno nessuno avrà particolarmente adorato questo disco rispetto ad altri, ma finirà in tante playlist come significativo, alla stregua dei Franz Ferdinand dell’anno scorso… Variegato al punto giusto, abbordabile da ascoltatori non troppo addentro alle cose dell’elettronica, e pure fedele alla propria linea, manifestata nell’ultimo anno con vari rework per conto terzi. Sanno come andare oltre, convincendoti che sia la sola mossa da fare: nel divario dall’esplosiva ‘Triumphant’ ai brani buoni per le aperture delle discoteche quando ancora non c’è nessuno, come la italo80 ‘Follow my ruin’, passando per riformulazioni del vetero-chillout (‘Beautiful day without you’, ‘Boys’) ed eleganze Air (‘Someone like me’), i due norvegesi si apprestano a prendere il posto dell’esangue Moby nella concezione di intelligent music for the masses. Fosse tutto così il suono mainstream, sarebbe una pacchia. Ma fa troppo indie dire che il primo era migliore? Il singolo che ho postato finora, nell’attesa, paradossalmente è fra gli episodi che convincono meno. E concedendo il medesimo budget a uno come Megahertz è possibile che ne caverebbe cose adiacenti…

C
ocoRosie, "Noah’s ark". Ecco, per esempio le due bellone le avrei attese anche di più, anche lo stesso tempo impiegato dal paio di figli di Odino di cui sopra. Tutto sommato, le abbiamo ascoltate e viste solo l’anno scorso… le voci di sirene di Bianca e Sierra (sorelle? amanti? figlie di madri diverse? concubine a turno del Devendra?) sono sempre quelle, qualche novità nei suoni, con meno giocattoli e più pianoforte, e qualche quasi-glitch (la title track). Un sopranista arricchisce(?) ‘Beautiful boyz’, stacco fra elegie degli Stati Confederati,  campionamenti artigianali e tanta, tanta dolcezza. Dove eravamo rimasti, come disse Enzo Tortora. Quando non c’era l’import export delle rumene ma i senza speranza andavano a Portobello (rubrica ‘Fiori d’arancio’) e il ‘Dove sei?’ era antesignano del moderno ‘Chi l’ha visto?’. Ci sarà un perché se il prewar folk di queste due statue muliebri mi ributta sempre in un mood da nostalgia passatista. Disco che crescerà, com’è logico che sia. Superando magari il rischio di assopirsi troppo presto…

Albion. "Take a look at those guys / when they play the hits / on the radio"… il non-ancora-speaker Enver dedica agli amici e alle amiche radio-speakers questo trascinante singolo di Hal.

Si avvertono ancora echi della pazzesca finale di coppa campioni, nella quale com’è notorio io non mi sono schierato se non a favore di chi esprimesse sul campo l’estetica che porta anche un neutrale ad appassionarsi al match. Il vero colpo lo fa -come spesso accade- la gallica Blogothèque donando una registrazione live del divino Elvis Costello alle prese con l’inno della "Kop", ‘You’ll never walk alone’, uno dei cori ultras più rinomati nel panorama curvaiolo mondiale…

update: commozione per i due anni del blog di Benty (avrà ormai messo tutti i dentini), e per il relativo post, in cui Aldo Giovanni e Giacomo, con rispetto parlando, ci fanno una pugnetta. Ma io già l’anno scorso apprezzai il relativo post… solo che non sapevo linkare usando i tag… che dire… si vede che quest’uomo di mestiere fa l’educatore… lunga vita al Genio di Fabriano! (Thessaloniki rega rega, lacio drom)

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