Senza titolo 300

The place to be. A Parma mettono nomi francesi ai bimbi. Alain, Michelle, sont les mots that go together well. Michelle è un angelo spuntato da chissà dove che, come da consequenziale previsione del suo amante, recapita all’ospite allergico una razione di clarityn appena uscite di farmacia. Oltre a compilare dischi alla vecchia, con poche discrasie dal gusto collettivo del biennio 2003-2005. Alain è il gigione dei Vancouver, oltre che un commensale avveduto, un conversatore eclettico, un amico vero che condivide e dispone: mi ha fatto scoprire la taverna dell’ottimo Paolo, oste che ascolta i MGMT e che fornisce il proprio esercizio dei beni di prima necessità (computer collegati a internet), tra un Est Est Est e un Tocai prima della privazione nominale. Alain dava spettacolo da solo sul palco piacentino, alla fine del festival Welcome To The Jingle: era acclamato quanto i disc jockey stranieri di passaggio ai party milanesi, ma senza l’esubero di fotocamere incrociate. A Parma facevano un buon calcio, avevano e hanno delle maglie da urlo e da queste parti si augura la salvezza, magari a scapito di chi per motivi ancestrali e statutari detesta nelle viscere i colori bianconeri di nuovo sugli scudi. Sulle rive del Taro le sale prova sono nei casolari immersi dentro la campagna per Colorno, le abitano persone dall’accento delizioso -il migliore fra gli emiliani, as far as I’m concerned- e succedono cose belle, come Res-Pira, i set di Onga al Veronika (stranamente più numerosi di quelli che fa in Veneto), l’attivismo di Faz/Merendina e Simone/Pecksniff, i video di Stefano Poletti che un giorno mi mostrerà incensurati. Parma è già Emilia appieno, non come Piacenza succursale della mai amata Milano. A Parma gli spacci di vino e suini hanno nome Verdi, oppure Ricordi; a Parma abita e scrive Paolo Nori. A Parma presto Elisa sfonderà come organizzatrice d’eventi o press-agent o Madame De Stael; a Parma i quotidiani EPolis sbarcheranno prima che altrove. Parma è la nuova Udine, per me: significa che mi si potrà vedere sovente da quelle parti. Senza che l’originale furlana sbiadisca, ancorché presto orbata [omissis… o si può dire?]: intanto sabato giro dischi all’Edera di Codroipo (mi aspetto il jingle di Radio Deejay: "eeenver! sabato 3 all’Edera di Codroipo"), poi si vedrà.

Il coverista vocoderiano. Tempo fa -non trovo il link, accidenti- sostenemmo il buon Dsico, electro performer australiano, che rivisitò sia Seven Nation Army che Smells Like Teen Spirit ad uso dei digei di poco spirito, guadagnandomi -ma lui non lo sa- i rimbrotti alcoolici di un integralista all’inaugurazione dello Zoo. Sull’onda di hypem, presumo, Luke mi scrive una mail per annunciare l’uscita online del suo "Aborted album": detto, fatto, punta, tacco, palla in rete all’avversario, scacco, matto.

Il pellegrino dalle braccia d’inchiostro. Enrico Brizzi, il coetaneo che mai avrei pensato di incontrare nella mia stessa barricata (a proposito della quale ci sono novità, per ora abbozzate ma quando arriva la gente si sente meglio), è di nuovo in rotta viandante: il 24 aprile è partito a piedi da Roma per Gerusalemme per un nuovo progetto denominato Francigena XXI, che è possibile seguire nel blog. In bocca al lupo, vez!

Il podcastaro impenitente. Sono io: il direttore megagalattico SIB ha inserito nel sito di Blow Up radiozine l’undecimo episodio di Mogli E Buoi, la scoppiettante trasmissione che porta all’orecchio le parole di carta. E’ scaricabile da qua, comprende Arnoux, Big Member, Breakfast, Carnifull Trio -casualmente i primi quattro in ordine alfabetico di matrice friulana o triestina- Don Vito E I Veleno, Il Genio (discone), Lule Kaine, Malvena, Moleskin, Three In One Gentleman Suit e Stop The Wheel, ovvero Franz ex bassista dei Jennifer Gentle, da poco direttore della programmazione per Radio Fragola, che pare voglia portare anche sull’etere i contenuti del podcast Mogli E Buoi, e di questo sinceramente sono commosso…

Felicità è Yann Tiersen che ti chiede l’add(!) dal suo nuovo space, dedicato all’album Tabarly in uscita a giugno per Ici D’Ailleurs (pare il nome di un team ciclistico, tipo Française Des Jeux): i tre brani sullo space promettono meraviglie, come sempre…

Queste sono solo scosse di assestamento.

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