Senza titolo 287

La vita sotto la tastiera. Entrare in studio con delle idee, uscirne con risultanza diversa. Giravano voci di una svolta anglofona, o tematica, quando l’album resta italiano e pieno-di-sé (non è un appunto negativo, lo identifica solo come ascrivibile alle esistenze dei suoi protagonisti). Si doveva aver "paura" del nuovo disco degli Amari? Sì, nel senso dell’inevitabile mistero; di certo no, a considerare la genesi e le motivazioni, che risalgono tutte ai due anni di distanza da "Gran Master Mogol", un lavoro che seguimmo minuziosamente nel suo svolgersi live, mediatico, sostanziale, testuale e sonoro. Fatte le debite proporzioni di talento e importanza nell’alveo creativo, "Scimmie d’amore" sta alla musica italiana come Sophie Calle sta all’arte contemporanea: è un atto di social writing, una richiesta di risposte a degli input che proprio in quanto personali tornano generali: emblematica in questo senso "Manager nella nebbia", che rievoca gli anni di "Sei un mito" senza depositarli nel 2007 ("questo ci bastava!"). I primati del sentimento di casa Riotmaker fanno piazza pulita del proprio presente, si mostrano nudi allo specchio -non dimenticando l’usuale autoscatto- e sfoderano per l’ennesima volta un campionario di storie ("le vostre storie", cfr. Pippo Chennedy) che solo per sbaglio finirà in qualche smemoranda, ammesso ne vendano ancora: "forse lo capite quando come noi a volte ammirate anche voi le vostre vite". Fuori dalle camerette di Bolognina, gli Amari prendono treni per "Le gite fuori porta" senza conoscervi gente, semmai facendosi attendere all’arrivo dopo un viaggio in cassa justiceata: il flirt nel disimpegno come status riconosciuto degli anni Duemila entra ufficialmente nella cronaca della canzone, trovando controparte in "Arpegginlove", ovvero la macromeizzazione in atto tra discolabirinto e videogame (in effetti sarebbe potuto essere un pezzo Aiuola). Soccorrono trucchi hot & cheap, della serie "potevate farlo anche voi ma l’abbiamo fatto noi", ormai un claim storico per una crew cui non dispiace il pensiero debole. Tutt’altro che carenti sono comunque le liriche, fatti salvi un paio di episodi ("Parole vere in un mondo vero", "Il raffreddore delle donne" che però vanta massima orecchiabilità, un finale funky e un cameo webcelebre) si situano anche sopra gli ottimi livelli dell’album precedente. Se là gli Amari giocavano ancora a fare i giovanotti mai cresciuti, ora prendono coscienza del tempo che passa: "Se ancora non lo sai nessuno di noi avrà più camicie stirate", dicono i bambini Gam Gam di "Fiamme in un bicchiere" al suono degli zufoli ed banger dopo una fase centrale presa dai toni delle crookers sessions. Non male, per una band accusata di rivolgersi al virtuale: la ricerca di nuovi stimoli passa attraverso la straordinarietà dell’agire (emblematica "Trent’anni che non ci vediamo", tra gli episodi migliori in un contesto eccellente: "Se giocassimo con il dolore senza risentirne affatto?"). "Scimmie d’amore" è un disco dove la matrice hip hop ormai resta uno sfondo assai vago, come un promemoria di stile cui appigliarsi in rari momenti: inizia sempre Dariella, le strofe centrali sono del Pasta, il Cero offre un contributo ai suoni che va oltre la semplice performance del basso, e dal vivo quei due maestrini di Marcopiano ed Enri Colibrio aggiungeranno peso e materia. Va detto della forza electropop che muove "Ice Albergo": inutile scrutare le pieghe del testo per carpirne un senso noto appieno solo agli autori, eppure scommetto che col suo incipit a metà tra Megahertz e "Balla" di Umberto Balsamo sarà tra le più cantate ai concerti, potenziale singolo come ce ne sono almeno altri quattro o cinque. La prima volta magari si è pianto, ma poi "quanto era bello quando ci bastava": l’unica cosa che facciamo, adesso, è ricordarci che saremo sempre estranei, e che stando qui in vetrina noi non ci conosceremo mai. Come loro, solo loro. Ovvero anche noi, le nostre mani e i piedi che perdono la presa, è la testa che ci pesa, pronta a farsi male in un modo nuovo con questo disco. In fondo, ci avevano avvertito.

Il disco uscirà ad ottobre distribuito da Warner; dal 1° del mese prossimo sarà in myspace streaming per intero.

Precedente Senza titolo 286 Successivo Senza titolo 288

I commenti sono chiusi.