Senza titolo 281

E Polis, e poi sarà come… rivivere!

Era solo una voce fra le tante, per quanto autorevolmente sostenuta. Ma solo alle 23 di ieri, a quanto dice Altravoce.net (unico organo di informazione puntuale nelle settimane, che mi sento profondamente di ringraziare per il prezioso lavoro di sensibilizzazione e di cronaca), ci è stato ritornato il diritto a stappare le bottiglie in fresca: nuovi soci, ricapitalizzazione, imminente ripartenza, organico inalterato. Insomma, il paradiso cui nessuno credeva.

Ora, io non conosco Alberto Rigotti. Potrà aver intuito il business, oppure -come si legge nell’articolo linkato sopra- essere un prestanome di Berlusconi o di Galan: in tal caso, per niente confermato, non è dato sapere se si corre il rischio di diventare un house organ. Deriva al presentarsi della quale, si capisce, ognuno potrebbe trarre le proprie personali conseguenze.

Ma intanto tutta la speranza si è avverata, e conterà sin dal principio sull’energia e la voglia di centinaia di persone ancora più determinate che prima. Attendiamo sviluppi, precisazioni, definizioni e termini, e poi correremo a tavoletta, come sempre.

Il mio pensiero va ai collaboratori senza compenso da otto mesi, ai fotografi, agli infografici, ai ragazzi delle redazioni, al tempo determinato che si sarebbe mangiato pure la loro cassa integrazione. Ora sappiamo che vedremo i frutti del nostro lavoro, e che davanti non troviamo la nebbia.

A Raffaele, che ha visto lungo ed ha avuto ragione proprio il 18 agosto. A Marco, Francesca, Andrea, Davide che sarò lieto di ritrovare quanto prima in via Gozzi 53 a Mestre: tenetemi da parte il solito laptop, pleeeease 🙂

A Francesca ed Erika con le quali siamo prossimi a ripartire sul territorio e nelle sedi, divertendoci nel fare quello che alla fine ci piace, il mestiere più bello del mondo: scrivere di culture e spettacoli, vedere, anticipare, prevenire, lanciare, tastare il polso.

Al sindacato giornalisti, che ha sostenuto le posizioni dei collaboratori non contrattualizzati promuovendo la raccolta dei dati sensibili, e non era una cosa scontata. Grazie Daniele, grazie Monica.

A Gloria, amica e compagna, che ha organizzato con grande alacrità il "movimento sotterraneo" di noi "invisibili", impegnandosi allo stremo pur dividendosi coi suoi nuovi incarichi.

A Daniela, Andrea, Ciro e a tutti i blogger di E Polis che si sono tenuti in contatto in questi giorni tristi. Un tam tam dei disperati, che tornano alla luce come dal fondo di una miniera.

Un pensiero per chi ha informato con passione sulla vicenda, ma anche a chi ha ritenuto di tacere: e parlo dei grandi quotidiani nazionali, delle televisioni, cui almeno il dissesto economico di una persona conosciuta avrebbe dovuto qualificarsi come notizia da dover dare. O erano troppo impegnati a far festa?

Con tutto, io non mi sento di voler male a Nicola Grauso. Ha commesso indelebili ed evidenti errori, ma è riuscito anche a salvare la "sua" creatura dal peggiore dei finali. Senza contare l’aver introdotto centinaia di persone in un ambiente tradizionalmente ostico, chiuso e familista. Come la sua semenza ha generato esempi nei multimedia, succederà anche nell’editoria. E non così tardi. Al punto che se in Italia ci fossero, o ci fossero stati, più imprenditori col suo intùito -accompagnato però, chiaramente, da una maggior serietà nella realizzazione delle proprie idee- saremmo di sicuro un Paese migliore.

Così come io, oggi, mi sento una persona migliore. "We’re so delightful, somehow"…

Ehi, marinaio! Aspettami che lego la bici! Ferma il tuo battello!
Fammi salire! 🙂

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