Senza titolo 271

Chiudi la porta e vai in Africa, Walterino. La figlia di Veltroni fa l’aiuto regista di S.i.l.v.i.o. M.u.c.c.i.n.o. (Che culo.)
Ora. C’è stato un momento, qualcuno lo ricorderà, in cui fra blogger ci si divertiva pensando di contare qualcosa: mettendo alla berlina, si diceva, si accorgeranno di quanto siamo arguti.

Il padre dell’indieblogging si inventò @-lessandra, una sceneggiatura a più mani che avrebbe dovuto demolire tutti i luoghi comuni sull’italico gggiovane cinema, prendendo di punta proprio S.i.l.v.i.o. M.u.c.c.i.n.o.

Al di là della ripugnanza del quantum, e della mia incompetenza tecnica come eventuale aiuto regista, Veltroni non manca mai di ricordare come "il figlio dell’operaio deve avere le stesse possibilità del figlio del padrone", o una cosa del genere -ho usato termini desueti e spicci.

Il candidato verifichi senza l’uso di facili logaritmi se egli, o io, o chiunque altro abbia avuto le stesse possibilità della veltroncina di diventare aiuto regista di S.i.l.v.i.o. M.u.c.c.i.n.o

Tappetini nuovi e arbre magique. C’è aria di Grande Riabilitazione indie-popolare attorno a Max Pezzali. Solo il temerario Antonio in tempi non sospetti lo definì una cosa tipo il più grande scrittore pop dell’attuale (brrr) generazione.

Però come sistemare quel fenomeno cui ho assistito l’altra mattina, nei pressi di piazza San Marco, con due coppie di sbarbati -di certo a malapena esistenti nel 1993/94 all’apoteosi di "Come mai"- spingerla a palla da un minuscolo ghettoblaster e cantarla a squarciagola?

Quella canzone è un classico, che lo si voglia o no. Come "Il cielo in una stanza", o "E tu". Attenzione, non voglio dire che sono egualmente belle -fucilatemi, nel caso- però che rappresentano lo stesso valore. Erano anni che non succedeva, e ora "Come mai" si ripresenta. Ma bene ma bene ma bene, diceva lo zio di molto dabbene.

Mago Gino. XL di Repubblica in edicola da lunedì 2 luglio pubblica una compila chiamata "Indie Rock", dove fa trovare posto a:

Gossip, The Killers, Kasabian, Bloc Party, Eagles of Death Metal, The Fratellis, Noisettes, Skin, Isobel Campbell con Mark Lanegan, Sophia, The Whitest Boy Alive (argh), Stateless, Soulsavers, Nikki Sudden, Subsonica, Afterhours, Marlene Kuntz, Verdena, Baustelle, Tre Allegri Ragazzi Morti, Bugo, Kech, Jennifer Jentle (sic), Pankow, Montecristo (siamo a due con Sleeping Star, e manco non mettono i migliori cioè i Carpacho o Ramona Cordova), Virginiana Miller, Petrol, Riccardo Sinigallia, Port-Royal.

Tutto e il contrario di tutto, quindi. Chissà che idea si fa dell’indie rock uno che per prima cosa ascolta questo disco.

Che fine hanno fatto gli Stellastarr*?

Etichettona. A leggere i riferimenti delle band che escono per The Beechfields, si ritrova buona parte delle cose che mi sono piaciute negli ultimi anni, specie per i Private Eleanor. Una paginata di mp3, come ai vecchi tempi…

Quando un pezzo spacca c’è poco da fare. Spinti da Mattia mi pervengono gli altoatesini Cyclephante: al di là di una bella chitarra e di un piglio internazionale, il disco "Peach in love" non è esattamente memorabile, a un primo ascolto.
Ne riserverò altri, ma intanto c’è questa "Estrella" che si candida a musicare una pubblicità: folk pop così pieno di calypso e panama, perfettamente leggero ed estivo, dal giro semplice ed orecchiabile. Polpa!

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