Senza titolo 41

Blog pride. In principio era mIRC. Sprazzi di tempo negli stenti di una consultazione pre-adsl che diventavano pretesti per collegarsi la volta dopo, gossip e scazzi e appuntamenti prefissati alla tal ora sul tal canale, baretto aperto fino a tarda sera per epiche conversazioni che svariavano dal tour dei Depeche alla saga di ‘Amici miei’. Strumento riportato recentemente in auge, ma che non nasconde l’acre scorrere degli anni, mentre tant* compagn* d’allora sono da un po’ approdat* alla blogosfera. Simpatie e antipatie come ovvio stavano anche in quel microcosmo, ma le prime non sfociavano in una più profonda soulmateness, con le seconde si preferiva scendere a patti sotto forma di sberleffo, se non fosse stato possibile ignorarsi.

Il canale #Bluvertigo generò la mailing list, palestra di scrittura paracreativa per logorroici e mitomani, e purtroppo anche per ducetti che mal tolleravano gli ‘off topic’, guarda caso tutti afferenti al premier. Così tutt* erano costretti a leggere tutt*, salvo cestinare al nome del mittente, e le fazioni divennero quotidianità. La sopravvenuta crisi della band produsse come ovvio la siccità nella m.l., più di quanto poterono i colpi inferti dalle velleità censorie del tizio sopra linkato. In ogni caso, una forma di comunicazione per iniziati, che in concreto favoriva poco l’emergere di argomenti interessanti.

Venne il periodo dei forum, e dei guestbook "atipici". Un* lascia il suo segno, un altr* passa a leggere, un terz* si accoda, un quart* si accapiglia (meglio: decide che vale la pena farlo), un quint* mette zizzania, un sest* fa da paciere, un settim* legge e si allontana. La modalità d’accesso e le dinamiche dei forum cosiddetti aperti lasciano pensare che siano l’esatto contrario della simultaneità generalista dei canali di discussione istantanei: in queste strutture è facile incontrare i soulmates, persone che vivono lontane geograficamente ma che si configurano come fratelli e sorelle separati, con cui approfondire di molto il grado di conoscenza e affezione ben oltre la rete; e al contempo, non essendo possibile o quasi la comunicazione privata, ci si trova a dover condividere uno spazio con altri elementi di minor affinità, quando non opposti. Questo perché sovente oltre al minimo comun denominatore del punto di partenza del forum/guestbook "atipico" ben poco unisce, e con l’aumentare dei partecipanti aumenta il grado di potenziale scollamento o divergenza.

E irrompono i blog, con la loro cifra di individualità e autonomia. Mezzo ancora largamente dibattuto, esplorato per quanto può ancora svilupparsi, semplice anzi immediato (Splinder permettendo…) nel passaggio da mente ad atto, il weblog sublima la volontà di esprimersi in prima persona consentendo una gamma di argomenti e tempi a piena discrezione dell’autore, che può scegliere come mostrarsi per via di immagini, colori del template, preferenze, uso di files esterni o interni al suo hd, e ovviamente giro di link. Per quanto infatti un livejournal sia ascrivibile interamente a una persona (salvo i casi di blog di coppia o collettivo), diviene a un certo punto automatico leggere con frequenza determinati blog che si sentono affini, ma anche per semplice condivisione o ammirazione. Così ad esempio accade fra quei blog, tanti, che si occupano principalmente di musica. Meccanismo lineare e innocuo anzichenò, ognuno traccia la propria strada che può incontrarsi oppure no con quelle altre, parallele, perpendicolari o comunque incidentali, nel rispetto di una etichetta, di un galateo e della normale cortesia dei rapporti tra persone (ché persone sono, pure i blogger) civili. Lo stesso fenomeno dell’esistenza dei troll, per quanto stravagante, è messo nel conto.

Fino a quando però uno, due, tre di questi buontemponi decidono di evolversi, e per infamare aprono a loro volta uno, due, tre blog aventi come unico contenuto la denigrazione, l’astio, la gratuita offesa nei confronti di altri blogger. Operazione ben più che discutibile: francamente cretina, inutile e sterile. Io credo che anche coloro che aprono uno, due, tre blog del genere, ossessionat* o dal presunto status di ‘blogstar’ raggiunto da altr* autori, o dalla comunicazione competente di eventi musicali, o da chissà quale altra innocente feature della blogosfera, nutrano passioni, opinioni, intenti del tutto propri. Perché allora non agire in positivo, se si ha qualcosa da dire? Perché non sbandierare i crismi della propria passione per Gigi D’Alessio in vece degli artisti indie, o un qual trasporto verso certe forme di scrittura antitetiche a quelle di altre persone, e invece dedicarsi con maniaca compunzione al sistematico dileggio di altr* che colpe non hanno se non di scrivere nel proprio? Te l’hanno fatto fare? E prenditela con chi ti usa coercizione! Le opere di artisti poco famosi vanno ascoltate in contrizione, frustandosi con un nerbo equino, pena una gragnuola di parolacce? Per pensarlo bisogna avere nel cervello il vuoto più desolante, cattedratico o meno non importa proprio! Vi sentite davvero così toccat* nell’intimo dal fatto che sia stato editato un libro? Mah, andate a fare la spesa in un vero sfavillante supermarket e magari vi passa tutto… A me dà molto fastidio che ci siano coloro che di mestiere fanno le pulci, senza mai -e dico mai- sostenere tesi e argomentazioni proprie. Fate un blog sulla fisica quantistica, piuttosto che sugli opossum, o che tratta di musica emo-prog-commerciale-salsa, o sulle vostre vacanze passate a giocare a briscola, ma per carità evitateci la briga di passare a vedere se ci avete così tanto in mente ogni santo giorno. Ché il blog è bello per questo, che ognuno descrive i fatti e i pensieri suoi, non le paranoie verso terzi. E a differenza dei forum e delle altre forme sopra brevemente analizzate, non si è costretti a convivere giocoforza in un medesimo spazio: la Rete è grande, e se uno o più blog non vi piacciono, semplicemente non li leggete. Lo dice uno come me, che quando può non perde l’abitudine di sprigionare la sua vis polemica. Ma credo di farlo con intelligenza o almeno con argomentazioni appropriate e sempre conscie del fatto che dietro quella tastiera c’è un autore o una autrice che con un semplice clic possono a buon diritto cancellarmi. Avrei potuto fare anch’io, a questo punto e con lo spirito che mi ritrovo, un blog contro Mtv, o una squadra avversa (ché alla mia, tutt* si dichiarano avversi) o whatever: sarei durato due o tre mesi, come succede o succederà a voi.

Venezianismi. Caro Tommy, sono uno che come te fa (faceva) girare dei dischi, prendendo molti ma molti meno soldi dei tuoi chiacchierati ottomila a serata se non più (anche perché tu metti aus e fai ballare, io non metto aus e proprio ballare non faccio); ho la tua età e vengo da quell’isola nota per fornirvi i marinai dei vaporetti. Ci siamo anche visti, una sera al Lido di due anni fa, in periodo di Mostra: siamo usciti entrambi da quel locale sulla spiaggia assieme a un gruppo di persone, "colleghi" anche, che conoscono sia me che te, alcune delle quali posso dire amiche. Non ho niente contro di te, ma nemmeno particolarmente a favore, se non l’immarcescibile accento che sfoderi a ogni comparsata tv, e che pare per mezzo tuo acquisire dignità. Queste righe per chiederti se non trovi eccessivo il ruolo che ti sei attribuito o che ti stanno attribuendo in città. Voglio dire: con tutte le veneziane che c’erano, proprio tua morosa (e proprio e solo perché tua morosa) deve fare la Colombina che apre il carnevale? Può tuo padre, ignoto ai più prima del Grande Fratello, essere così influente da spostare voti per una lista sedicente civica, in realtà qualunquista e raffazzonata? Fossimo in confidenza ti direi di reffàr, mi limito così a offrirti uno spriz virtuale come invito a un coscienzioso ridimensionamento. In fondo, sei solo un digei. Ah, lo spriz magari non prendiamolo fuori di quel locale il cui vano assembramento fa muovere una sensata critica al comune amico Roberto: semmai spingiamoci verso Casteo, e vediamo se viene anche lui

Presero l’Europa, presero New York, ed era già di moda una musica nei metrò… Con voce solenne annuncio che martedì alle 17:30 su RadioDue Rai, all’interno del programma ‘Atlantis’ condotto da Lorenzo Scoles, si parlerà di quegli italiani che di recente hanno scelto, per lavoro e/o per amore, di vivere all’estero: da Salonicco interverrà il prode Benty! Quale miglior occasione per imparare le contumelie in fabrianese, o per ascoltare aneddoti di vita vissuta che magari già avrete potuto leggere in anteprima? Siate numerosi, e ricordate che probabilmente da qualche parte troverete, all’indomani o poco più, la compressione in mp3 dell’intervento di Andrea, e se ci si riesce, pure i fuori onda…

Non è il cane broccolone! Giovedì invece presenteremo La Notte Dei Blogger al pubblico della biblioteca civica ‘Cristoforo Sabbadino’ di Chioggia: dopo una prolusione di Stefano Spagnolo e mia,  Violetta, Giulia, Emiliano e Massimiliano leggeranno i loro racconti, e sarà l’occasione per scambiare due chiacchiere informali non solo sulle prospettive editoriali di autori esordienti in chiave generica, ma anche su quanto accade nell’area blog, allo stato dell’arte. Al termine, dopo sfizioso ristoro in Enoteca, ci si ritrova al Discanto dove con gli intervenuti di cui sopra metteremo musica tratta da m-blog o comunque da siti web: nell’occasione si aggiungerà una presenza decisamente ‘avanti’, per quello che si prospetta come il primo, vero "M-Blog Party"… mancare, per chi è in zona o può accedervi, sarebbe delittuoso… cosa racconterete poi, ai vostri nipoti? (per i detrattori di cui alla prima parte del post: in questa ultima parte di post si è abusato di ironia e autoironia, cautelarsi in caso di insolenza.)

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